È la sintesi di tutte le collaborazioni artistiche del progetto, un’esplorazione urbana unica che restituisce il contemporary mindscape di Roma.
Roma può essere eterna anche come metafora della complessità urbana: la Roma antica e immortale del Colosseo e la Roma invisibile e inascoltata del Grande Raccordo Anulare.
La Roma monumentale è sempre stata sinonimo di tutela, conservazione, congelamento del tempo e dello spazio.
La Roma della viabilità tangenziale ha a che fare con il suo contrario, con l’eccesso di dinamismo e crescita. Argine e margine fallito, il Raccordo si reinventa centro di tanti futuri possibili.
Il risultato sembra essere una città accidentale, nella quale convivono due umanità: una retroguardia in un centro immobile che non dà più frutti e un’avanguardia in un centro mai nato, che si riproduce ciecamente, dinamico e tangenziale.
La mostra mette a confronto due distorsioni tipiche dello sviluppo urbano: quella del controllo e quella dell’abbandono.
I due spazi principali, come due piazze speculari, creano spaesamento e raccoglimento. L’anello è il filo narrativo delle storie. Gli spazi satellite offrono temi, interrogativi e interpretazioni possibili.
L'allestimento delle due "piazze" presenta:La mostra è ideata e curata da Nicolò Bassetti con Nuovi Paesaggi Urbani. La parte fotografica è affidata a Massimo Vitali e alla sua squadra di fotografi formata da Filippo Brancoli Pantera, Lucia Busnarda, Alessandro Esposito e Giovanni Romboni.
Gianfranco Rosi e Jacopo Quadri, regista e montatore del film Sacro GRA, si occupano dei contributi video, mentre la supervisione dei testi è di Sapo Matteucci, coautore del libro Sacro romano Gra.