La Mostra

È la sintesi di tutte le collaborazioni artistiche del progetto, un’esplorazione urbana unica che restituisce il contemporary mindscape di Roma.

Roma può essere eterna anche come metafora della complessità urbana: la Roma antica e immortale del Colosseo e la Roma invisibile e inascoltata del Grande Raccordo Anulare.
La Roma monumentale è sempre stata sinonimo di tutela, conservazione, congelamento del tempo e dello spazio.
La Roma della viabilità tangenziale ha a che fare con il suo contrario, con l’eccesso di dinamismo e crescita. Argine e margine fallito, il Raccordo si reinventa centro di tanti futuri possibili.
Il risultato sembra essere una città accidentale, nella quale convivono due umanità: una retroguardia in un centro immobile che non dà più frutti e un’avanguardia in un centro mai nato, che si riproduce ciecamente, dinamico e tangenziale.
La mostra mette a confronto due distorsioni tipiche dello sviluppo urbano: quella del controllo e quella dell’abbandono.


Il progetto prevede l’allestimento di:
  • Due grandi spazi, centrali e contigui
  • Un anello a forma di infinito che li cinge e li tiene uniti
  • Sei piccoli spazi satellite lungo l’anello
  • Un mini auditorium da 30 posti

I due spazi principali, come due piazze speculari, creano spaesamento e raccoglimento. L’anello è il filo narrativo delle storie. Gli spazi satellite offrono temi, interrogativi e interpretazioni possibili.

L'allestimento delle due "piazze" presenta:
  • Due video-wall come altari. Mosaici di 25 schermi che riproducono: da una parte il flusso di visitatori e turisti nei luoghi storici del centro, dall'altra il fluire del traffico ripreso dalle telecamere della sala operativa dell’Anas sul Raccordo.
  • Otto fotografie-arazzo, ognuna di 5x4 metri, grandi affreschi del presente curati da Massimo Vitali. Stampate su uno speciale tessuto in fibra ad altissima resa e retroilluminate, riproducono paesaggi umani della quotidianità della Roma monumentale e del Raccordo Anulare.
  • Paesaggi sonori che restituiscono il senso della diversità e dell’unitarietà della Roma storica e museificata e di quella del Raccordo.

La mostra è ideata e curata da Nicolò Bassetti con Nuovi Paesaggi Urbani. La parte fotografica è affidata a Massimo Vitali e alla sua squadra di fotografi formata da Filippo Brancoli Pantera, Lucia Busnarda, Alessandro Esposito e Giovanni Romboni.
Gianfranco Rosi e Jacopo Quadri, regista e montatore del film Sacro GRA, si occupano dei contributi video, mentre la supervisione dei testi è di Sapo Matteucci, coautore del libro Sacro romano Gra.