Cave di tufo di Tor Cervara

Autore: Nuovi Paesaggi Urbani

Data: 24/07/2013

Luogo: Via di Tor Cervara - uscita G.R.A. 13 (Via Tiburtina) o 16 (Via Prenestina) oppure uscita Tor Cervara sulla A24 Roma-L'Aquila, +41° 55' 38.71", +12° 35' 14.09"

CAVE DI TUFO DI TOR CERVARA

Lungo le rive dell’Aniene, dove il Raccordo incrocia la Roma-L’Aquila, lo scenario è lunare. Nascosta dietro la fitta vegetazione spontanea si apre una cava di tufo dismessa da anni, forse da secoli. E’ proprio in riva al fiume, la location per uno spaghetti western con Giuliano Gemma.
Siamo a pochi passi dal caos della Tiburtina Valley, dagli ordinati, sorvegliati e impeccabili edifici di vetro a specchio del quartier generale della Mercedes.
Tutto suggerisce l’idea di abbandono, ma senz’altro qualcosa qui succede, a singhiozzo, con brevi ripartenze improvvise. Ci muoviamo con prudenza, frugando le profonde grotte squadrate scavate nel tufo. Alcune sono aperte, altre chiuse da portoni, veri e propri magazzini.
Il paesaggio è decadente e ipnotico, segnato dall’uomo e riconquistato dalle incrostazioni del tempo. Il check point è una baracca nata da un camioncino, circondata e nascosta da un fortino di migliaia di cassette da frutta accatastate.

E’ un sistema complesso quello delle cave, ce ne sono ovunque intorno al Gra. Qui se ne contano sette diverse, quasi tutte vicine e collegate, alcune aperte per chilometri e profonde decine di metri.
Queste sull’Aniene sono cave di tufo rosso, sfruttate dall'età tardo repubblicana all'età augustea usando il fiume come via di trasporto. La Città Eterna non lo sa, ma questi luoghi hanno fornito oltre 5 milioni di metri cubi di tufo per la sua costruzione. Dall’estrazione sono nate enormi grotte, poi utilizzate per la conservazione di generi deperibili. Abbandonate, sono riscoperte nel 1800 da alcuni giovani tedeschi che le scelgono per ospitare incontri periodici tra artisti internazionali di stanza a Roma. Nasce così il Cervarofest (o carnevale dei tedeschi), un raduno elitario in occasione dell’arrivo della primavera. A piedi, a cavallo, su carri o a dorso di mulo, tutti gli avventori arrivano vestiti sontuosamente e accompagnati da finti sciaboloni, turbanti di seta, piume o stole di pelliccia.
Rappresentazioni pittoriche dell’atmosfera del Cervarofest sono fornite dalle opere di Werner, Caffi e Flor. La manifestazione, maltollerata dalla Chiesa, è organizzata dalla cosiddetta “Società di Ponte Mollo”, un gruppo di intellettuali protestanti buontemponi e goliardici.
Il Cervarofest diventa presto una vera festa popolare capace di raccogliere migliaia di avventori che si lanciano in danze folkloristiche e ubriacature folli, oltre ad assistere ai numeri di artisti di strada, attori e giocolieri. Con la sua sfilata carnevalesca e i suoi “grottoni”, il Cervarofest si tiene regolarmente il 21 aprile di ogni anno dal 1815 al 1848, quando la tradizione è interrotta per essere di nuovo autorizzata nel 1890.
Con la seconda guerra mondiale le cave di Tor Cervara incrociano nuovamente la volontà dei tedeschi. Sono trasformate in depositi di armi dai nazisti che, al loro ritiro, le fanno saltare. Alcune cave sono oggi diventate vasche per la pesca sportiva e conservano ancora un fascino irresistibile.