Diario per repubblica.it: l'ottavo colle di Roma

Autore: Nicolò Bassetti

Data: 06/12/2013

Luogo: Ansa di Spinaceto, Magliana, Pisana, Malagrotta

DIARIO PER REPUBBLICA.IT: L'OTTAVO COLLE DI ROMA

Risaliamo ancora, dal Tevere sempre verso nord. Attraversiamo due grandi vuoti acquitrinosi, sembrano risaie. E invece sono anse per l'esondazione del fiume, parte della Riserva Naturale di Spinaceto. Di fronte, dentro il Gra, il campo da golf dello Sheraton, una piana come un lago verde, che ci porta dritti verso le imponenti scogliere della Magliana, con la ferrovia e la pista Roma Fiumicino, dove sfrecciano le auto per l'aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci. In cima alle scogliere, come un castello californiano, il Marriott. Da sotto si vede la piscina, con le sue palmette d'ordinanza, i suoi omini e le sue donnine in costume, sbarcati dai Jumbo e dagli Airbus, in attesa di salire su grandi pullman condizionati per andare a vedere il Colosseo e i Fori. Da lì sembra di essere a Los Angeles, e il Gra li fa sentire a casa. Scendiamo da quel pezzetto di West Coast, attraversiamo il Raccordo in direzione del mare, e arranchiamo in mezzo a tratti di antica campagna, verso un territorio di decine di cave di pozzolana, alcune diventate cantieri grandi come due campi di calcio, tutte gremite di ruspe e camion che arrancano, al lavoro dentro polveroni che si alzano nel cielo come nuvole giallastre.

A poche centinaia di metri c'è via della Pisana, poco più di una strada di campagna, percorsa da migliaia di mezzi pesanti. Siamo alla sperduta sede del Consiglio Regionale del Lazio. Un luogo mal segnalato, quasi impossibile da vedere, che ha tutta l'aria di volersi nascondere. Qualche chilometro e arriviamo alle falde di Malagrotta, la discarica più grande d'Europa, ottavo colle di Roma. Decine di supercompattatori vanno e vengono, veri e propri tir della munnezza. Come i pescherecci nel mare di Mazara del Vallo, ognuno si porta dietro uno sciame di gabbiani. L'asfalto è maculato di guano. Riusciamo ad entrare e a scalare la cima, anche la strada è fatta di rifiuti. Immersi in un fetore rancido e gassoso, avvistiamo il Cupolone.
Scendiamo dalla più grande discarica d'Europa, direzione Boccea. Sulle colline, bene avvolte in fitti boschi di cipressi, sedi di congregazioni per la formazione della classe dirigente vaticana. Il nostro zig zag si fa intenso.

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