Diario per repubblica.it: la borgata costruita dai braccianti

Autore: Nicolò Bassetti

Data: 06/12/2013

Luogo: Quartaccio, Cassia, Grottarossa, Labaro, Prima Porta

DIARIO PER REPUBBLICA.IT: LA BORGATA COSTRUITA DAI BRACCIANTI

Rientriamo dentro il Gra e saliamo verso il Quartaccio, uno dei luoghi simbolo delle lotte per la casa e le occupazioni tra gli anni '70 e gli '80. Sta di fronte a Torrevecchia, verso Primavalle. Dopo altri valloni tagliamo le creste del Gra e ci buttiamo dentro, verso nord est, fino al grande vuoto nascosto di Casale del Marmo, sulla Trionfale, centinaia di ettari di quella che fu una delle aziende agricole modello del ventennio. Una piccola prateria circondata dalla città spontanea. Passata la ferrovia che porta al lago di Bolsena, scendiamo verso sud, passando per le forre della Cassia e della Cassia bis, tra alberghi per pellegrini, collegi privati e nuove enclave costruite non si sa come dentro l'area protetta dell'Insugherata. Risaliamo per Grottarossa e l'ospedale Sant'Andrea. Di fronte, come una favela sul mare arroccata su un crostone di roccia, la borgata del Labaro, autocostruita nel dopoguerra da braccianti e operai arrivati dalle Marche e dall'Abruzzo in cerca di lavoro. Qui, sfruttando le acque del Tevere, sorsero molte fabbriche di laterizi, si faceva buona agricoltura e allevamento di vacche da latte. A fianco al Labaro c'è Prima Porta, insediamento satellite del più grande cimitero d'Italia, ostaggio di un groviglio di svincoli, viadotti, bacini e dighe. Di fronte a Prima Porta svetta il buffo faraglione di Castel Giubileo tra la Salaria e il fiume, affacciato su Saxa Rubra.

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