Diario per repubblica.it: sulla via di Gerusalemme
Autore: Nicolò Bassetti
Data: 06/12/2013
Luogo: Torre Angela, Tor Tre Teste, Romanina, Tor Vergata
Poco più a sud ci sono gli agglomerati di Torre Angela e, dentro il Raccordo, di Torre Maura, uniti dall'acquedotto Alessandrino, che porta ai palazzoni e alla bellissima chiesa giubilare di Meier a Tor Tre Teste. Proprio qui parte la prima stazione della via Francigena per Gerusalemme. Superata la Casilina e il suo storico "tranvetto" a scartamento ridotto per Termini, la ferrovia Roma-Giardinetti, ci avviciniamo a Tor Vergata-Romanina. Siamo all'attacco della Roma-Napoli. Procedere a piedi da queste parti è quasi impossibile, tante sono le barriere: reticolati, fossati, muri e terrapieni. Qui sorge il più vecchio mall del Raccordo, uno dei primi in Italia. Dentro è angusto, buio, labirintico. Vera archeologia dello shopping. Ma siamo anche in un caotico distretto di uffici, università, parcheggi e grandi bar pieni di impiegati. Nel mezzo, "Salaam Palace", il palazzo della pace, edificio a specchio occupato dopo il Giubileo, come una zattera attraccata sul Raccordo, sconosciuto ai romani ma finito in prima pagina sull'International Herald Tribune. Un limbo extraterritoriale dove regna l'attesa. Più di settecento profughi e rifugiati politici, tutti con permesso di soggiorno, dal Darfur, Somalia, Etiopia, Eritrea e Sudan, arrivati a ondate o alla spicciolata, dopo aver attraversato il deserto e poi il mare, resistono tentando caparbiamente di fare gli ambulanti, le donne di servizio, gli scaricatori.
All'ingresso un groviglio di furgoni stremati dal carico e dall'età, ragazzini che giocano a pallone, capannelli di giovani uomini. Al posto della portineria, un check point. Dentro quattro sale tv, uno spaccio, una grande mensa, turni di vigilanza e manutenzione, una piccola moschea e una chiesa copta, un plenum settimanale per governare ogni questione. Si aiuta chi non ce la fa, si espelle chi sgarra. Il loro unico obiettivo: non fare notizia, passare il più possibile inosservati, essere invisibili.
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