Grande Racconto Anulare - Note sul viaggio a piedi intorno al GRA
Autore: Nicolò Bassetti con Emilio Mazza
Data: 01/05/2013
GRANDE RACCONTO ANULARE - NOTE SUL VIAGGIO A PIEDI INTORNO AL GRA
Ho affrontato un mostro. E ho vinto. Forse. Non l’ho ucciso, ma l’ho conosciuto. E ho imparato ad amarlo. Non è King Kong. Non è Moby Dick. E io non sono Jessica Lange o il capitano Achab. Per trovarlo non ho dovuto avventurarmi nella giungla o tra gli oceani. Sono uscito di casa, a piedi, a Roma. Mi sono fatto coraggio e mi sono perso, trasportato dal bisogno di esplorare dove sempre si passa e mai si vede. Sapevo che il mostro era lì, dovevo solo agganciarlo. È stato il più bel viaggio della mia vita. 300 chilometri a piedi alla ricerca del gigantesco serpente cinetico figlio del boom economico e della motorizzazione di massa, moderna muraglia che dal dopoguerra cinge la Città Eterna. È il Grande Raccordo Anulare, il Gra, figlio di Eugenio Gra, brillante e spregiudicato dirigente dell’Anas. Ora è la più grande autostrada urbana d’Italia. Una delle più grandi d’Europa. Le informazioni per identificarlo erano uno zodiaco di fantasmi: “muro di suono”, “vettore di allucinazioni collettive”, “dinosauro della città moderna”, “sinuoso monolite orizzontale”, “prassi del limite”, “macchina celibe”. Un altrove. Il Gra invece è un luogo. Dunque un paesaggio. Umano e urbano. E se fosse il centro della infinita contemporaneità della Città Eterna? È possibile chiederselo? Sì, ma è faticoso. Per questo il Gra è un mostro. Di quei mostri che nessuno conosce né vuole conoscere. Un niente intorno a un centro. E qui viene il bello.
» La casa di Little Tony
» I pastori
» Harvey Keitel
» La pop morte
» Il Mekong
» Volere è podere
» Planano porchette
Il cerchio si è chiuso: anche io sono l’altrove. Ho scambiato memorie, emozioni, parole. Ho trovato un passato che non sapevo di avere. Un mostro timido e monumentale, fatto di desideri e paure. Imponente, si sottrae allo sguardo nel timore di essere mostro. Amico, ha fatto l’unica cosa davvero importante. Ha risposto e proposto domande. Grande malinconia, il più bel viaggio della mia vita è finito. Difficile, adesso, è saper ripartire.
VERSO L’ALTROVE CONTEMPORANEO
Ho affrontato un mostro. E ho vinto. Forse. Non l’ho ucciso, ma l’ho conosciuto. E ho imparato ad amarlo. Non è King Kong. Non è Moby Dick. E io non sono Jessica Lange o il capitano Achab. Per trovarlo non ho dovuto avventurarmi nella giungla o tra gli oceani. Sono uscito di casa, a piedi, a Roma. Mi sono fatto coraggio e mi sono perso, trasportato dal bisogno di esplorare dove sempre si passa e mai si vede. Sapevo che il mostro era lì, dovevo solo agganciarlo. È stato il più bel viaggio della mia vita. 300 chilometri a piedi alla ricerca del gigantesco serpente cinetico figlio del boom economico e della motorizzazione di massa, moderna muraglia che dal dopoguerra cinge la Città Eterna. È il Grande Raccordo Anulare, il Gra, figlio di Eugenio Gra, brillante e spregiudicato dirigente dell’Anas. Ora è la più grande autostrada urbana d’Italia. Una delle più grandi d’Europa. Le informazioni per identificarlo erano uno zodiaco di fantasmi: “muro di suono”, “vettore di allucinazioni collettive”, “dinosauro della città moderna”, “sinuoso monolite orizzontale”, “prassi del limite”, “macchina celibe”. Un altrove. Il Gra invece è un luogo. Dunque un paesaggio. Umano e urbano. E se fosse il centro della infinita contemporaneità della Città Eterna? È possibile chiederselo? Sì, ma è faticoso. Per questo il Gra è un mostro. Di quei mostri che nessuno conosce né vuole conoscere. Un niente intorno a un centro. E qui viene il bello.
» La casa di Little Tony
» I pastori
» Harvey Keitel
» La pop morte
» Il Mekong
» Volere è podere
» Planano porchette
IO SONO L’ALTROVE
Il cerchio si è chiuso: anche io sono l’altrove. Ho scambiato memorie, emozioni, parole. Ho trovato un passato che non sapevo di avere. Un mostro timido e monumentale, fatto di desideri e paure. Imponente, si sottrae allo sguardo nel timore di essere mostro. Amico, ha fatto l’unica cosa davvero importante. Ha risposto e proposto domande. Grande malinconia, il più bel viaggio della mia vita è finito. Difficile, adesso, è saper ripartire.