Mezzocammino

Autore: Nicolò Bassetti, Sapo Matteucci

Data: 17/01/2014

Luogo: Uscita GRA n. 28 (Ostiense, via del Mare), direzione esterna

MEZZOCAMMINO

Si trova nel quadrante sud-ovest della città, appena fuori dal GRA, tra la via Colombo e la via del Mare. Il nome «Mezzocammino» viene dalla storica stazione di sosta per i barconi che, carichi di merci, arrivavano da Ostia per raggiungere Roma attraverso il Tevere. A metà del viaggio, che durava due giorni, le barche dovevano fermarsi ed essere trainate, per mezzo di funi, da muli all’opera sulla sponda del fiume.
Il territorio è stato a lungo sottoposto a un vincolo di non edificabilità, la cui rimozione ha dato il via alla costruzione di un nuovo comprensorio.
L’operazione è stata gestita dal Consorzio Unitario Torrino Mezzocammino, costituito nel 1995 da quattrocento soggetti tra privati, cooperative, società immobiliari e imprese. I lavori, iniziati nel 1997, mirano alla costruzione di un’area residenziale ricca di servizi, immobili di pregio e aree verdi. Il progetto, oltre a tremila alloggi tra villini e palazzine,
prevede quattro ettari di spazi dedicati a cultura e tempo libero, ristorazione, commercio e terziario. Le opere pubbliche e le infrastrutture che, sulla carta, dovranno essere realizzate, includono sette scuole, un mercato rionale, una stazione metropolitana della linea Roma-Ostia Lido e un parcheggio di scambio con la Metro leggera Eur-Tor de Cenci.
La zona di Mezzocammino è conosciuta anche come «quartiere dei fumetti», per via della toponomastica, dei parchi e delle decorazioni dedicate a famosi personaggi dei fumetti e fumettisti.

Tratto dal libro Sacro romano Gra di Nicolò Bassetti e Sapo Mattucci, Quodlibet Humboldt, 2013. Capitolo V, Notizie sui luoghi.



Bisogna venire a Mezzocammino per vedere quali sono gli elementi che compongono la moderna urbanistica romana: la strada, il parcheggio, il parco, la scuola, la rotonda, la villetta, la palazzina...
Peccato che tutti insieme non facciano una città, ma piuttosto un catalogo sgangherato di funzioni autoreferenziali.
Gli inglesi lo chiamano zoning, ma qui ogni zona funzionale sta per conto suo e ogni limite appare come una barriera invalicabile. Se si escludono i parchi, collegati da pista ciclabile, il progetto ha dimenticato il verde pubblico: l'asfalto è colato ovunque.
La vendita delle case completate è pubblicizzata con enormi immagini virtuali in un connubio di finzione e realtà, difficile capire dove finisce la prima e dove inizia la seconda.
Ci fermiamo a un’edicola nel mezzo di un grande parcheggio asfaltato. Qui non c'è nient'altro e per un caffè bisogna attraversare una grande rotonda stradale. Sotto un edificio che sembra messo lì per errore ci sono due negozi e un bar. Tra loro e la strada una serie di oggetti, sistemati dai proprietari dei negozi come nani da giardino, dichiarano il vano tentativo di autocostruire qualcosa che somigli a uno spazio pubblico.
Il parco dedicato ai fumettisti sembra più ragionato, e offre una serie di piccole strutture che immaginiamo essere veramente utilizzate come luoghi di ritrovo durante la bella stagione.
Non si capisce perché lo sforzo fatto qui non sia stato replicato nell’ambiente urbano. Sembra che il pianificatore abbia voluto dividere nettamente le attività della città: da una parte i parchi per lo svago e la socializzazione, dove sosta, collegamenti e intimità sembrano essere considerati concetti da valorizzare; dall’altra lo spazio urbano, che non prevede socialità ma solo freddo funzionalismo interamente impostato sull’utilizzo dell’automobile.

Contributo al dibattito inviato da:Andrea Stipa